Iniziato subito dopo il terremoto del 1688 dal vescovo de Bellis, fu portato a termine nel 1696. Ha la tipica struttura a corte dei palazzi cerretesi: androne, cortile, giardino e terrazzo coperto al piano nobile. Portale d’ingresso in pietra scorniciato con stemma di mons. De Bellis e portone ligneo con rosta e mascherone. Nell’androne le camere del custode delle carceri e le celle. Ai lati del “portone di fabrica” che conduce al giardino vi era la cucina. Sull’ala sinistra, invece, c’era la Corte Episcopale e un vasto ambiente per il ricovero della carrozza. I due portali nel cortile furono fatti realizzati nel 1752 da mons. Gentile che vi fece apporre il suo stemma. Nel salone degli stemmi, con pavimento in ceramica cerretese (XX sec.), tela della Crocifissione della scuola di Luca Giordano.
La costruzione del Duomo ebbe inizio nel 1691. Consacrato al culto nel 1698, rovinò dopo la sua ultimazione e si dovette ricominciare daccapo con i soccorsi chiesti a papa Benedetto XIII in visita a Benevento. E’ a tre navate con 12 altari in marmo policromo. Ha due campanili sormontati da semicupole rivestite in «riggiole» giallo-verdi. La facciata in pietra calcarea locale, è opera di Bartolomeo Tritta. L’interno, ricco di stucchi, conserva rare tele di autori locali. La pala dell’altare maggiore è di L.Foschini) .
Fu costruito nel 1797. La facciata è arricchita da un portale in pietra con portone in legno di castagno intarsiato dalla caratteristica rosta e mascherone, realizzato da mastro E.Petronsi.
Il convento fu edificato dai conventuali di S. Antonio, presenti a Cerreto subito dopo la morte di s. Francesco . Ospita il museo della ceramica del 700 con la splendida “Collezione Mazzacane”.
La chiesa fu terminata nel 1729. La tela dell'altare maggiore-è opera di F. Celebrano. Pregevoli l’altare in legno del 1600 riccamente scolpito, decorato in oro, le tele settecentesche della via Crucis e i pavimenti in ceramica cerretese.
L’isolato che occupa il lato sud dello scenografico “foro S.Martino” ospitava la taverna, il teatro e le carceri. Come nella vecchia Cerreto, così nella nuova il feudatario doveva essere proprietario di una ducal taverna dove accogliere i viandanti, dar loro da mangiare, da dormire, dare ricovero a carrozze e cavalli. Lo stemma del feudatario (Carafa-Colonna) sul portone dava al forestiero sicurezza di protezione. Cerreto poi, quale capitale della contea era tenuta a costruire le carceri. Al piano terra erano destinati i condannati per reati penali, legati ai catenacci ancora presenti nelle mura, al piano superiore le donne ed i condannati per illeciti civili. Non mancava, nel sottoscala, la cella d’isolamento Nelle carceri ora è esposta una ricca collezione di Ceramica italiana contemporanea
La Fontana di Masaniello o fontana dei delfini fu acquistata a Napoli nel 1812. E’ la fontana di piazza Mercato davanti alla quale Masaniello arringava il popolo.
Il progetto fu redatto dal “regio ingegnero” G. B. Manni .La fanzaghiana scalea di accesso fu realizzata nel 1733 dal cerretese mastro Antonio di Lella, su progetto del napoletano arch. Bartolomeo Tritta. Essa, eccezionale per le colonnine in pietra realizzate in prospettiva ed arricchita dal raro bugnato a punta di diamante e dalla meridiana provenienti da Cerreto vecchia, conferisce alla chiesa e alla piazza grande solennità scenografica.
Incantevole tempio dalla facciata neoclassica, costruita in pietra calcarea e ripartita da quattro colonne con capitelli di ordine dorico, tra le quali si aprono le tre arcate del pronao. Dietro il frontone centrale, si innalza la cupola dalla rarissima forma ellittica, rivestita con embrici maiolicati cerretesi. Ospita il museo d’arte sacra
Ad unica navata è pregevole per essere ornata di stucchi e tele. Due tempere di Mozzilli datate 1761, arredano i due lati dell’altare maggiore. La facciata di questa chiesa ha uno splendido portale in pietra. Nel transetto predelle degli altari in ceramica del ‘700.
Il monte dei pegni, istituito nel1749, dipendeva dalla confraternita di S. Maria di Costantinopoli ed aveva lo scopo di sovvenire, con mutui in denaro, i cittadini bisognosi. Il fabbricato, dalla facciata con timpano ricurvo, ha un maestoso portale in pietra
Piazza Roma, spesso scelta per girare dei film, è ancora incorniciata da alcuni palazzi che destarono meraviglia già nel ‘700,
Il monastero delle Clarisse fu, cinto nel 1729 da un altissimo muro, ha annessa chiesa, ad una navata: S. Maria Mater Christi, preceduta da un grande pronao pavimentato con mattonelle di ceramica cerretese. Splendido il settecentesco pulpito dorato.
Ubicata in “loco ubi dicitur lo spinito”, ha un pregevole altare realizzato nel 1714 e dedicato a S.Tommaso. Pregevoli gli affreschi della cupola e delle lunette. Un foro strategico inserito in una tela fa presumere un raggio di sole in un giorno particolare.
S. Rocco
La chiesa fu costruita dai sopravvissuti alla peste del 1656, All’interno statua lignea della Madonna della Provvidenza, dello scultore cerretese Silvestro Jacobelli, celebre per aver dato alla madonna le dolci sembianze delle nostre ragazze di campagna.
Da visitare la cripta-sepoltura.
I ruderi dell’antica Tintoria Ducale dei panni lana sono ciò che resta dell’antica industria che vedeva Cerreto primeggiare in Europa. Fa da cerniera tra la Cerreto “città nuova” del 700 e quella “vecchia”.
La chiesa, intitolata a “S. Maria de la gratia”, fu costruita nel 1587 con fondi dei cerretesi (22.000 scudi). Sull’altare centrale una imponente struttura lignea funge da cornice ad una tela del 1710. L’abside è arricchita da due bellissime tele a lunetta, attribuite a F. Celebrano. Di rilevante qualità stilistica le sei lunette con scene evangeliche e bibliche che ornano il refettorio del convento
http://www.santuariodellegrazie.it/
“Morgia Sant’Angelo”, alta m 35, è detta la “leonessa”, per la stranissima somiglia
nza al felino. All’interno Chiesa rupestre di epoca Longobarda.
L’interno, dopo il restauro del 2002, ha riproposto l’originario tetto con capriate in legno e tracce di pavimento in ceramica del ‘700 sulla predella.
A monte della Cerreto ricostruita dopo il terremoto che la distrusse nel 1688, sorge la chiesa di S. Anna edificata nel 1460.
La chiesa è situata a 540 m di altezza e sorge sul podio di un tempio sannitico, unico in Campania. Il tempio è solo l’avamposto delle tante testimonianze sattitiche visibili sulla “Parata”.
La chiesa, restaurata nel 2002, mette in evidenza forme che fanno presupporre una preesistenza molto più antica del 1600 .
La chiesetta (1630) sorge su una solida roccia che affaccia a strapiombo nel profondo letto del torrente Turio. Vicino esisteva una “gualchiera (macchina idraulica per la concia delle pelli), i cui ruderi ancora sopravvivono.
c- casetta con edicola affrescata: Madonna con il Bambino. (1690).
realizzato in epoca romana sul torrente Titerno, è legato al passaggio del condottiero cartaginese durante la seconda guerra punica (216 a. C.). Questo territorio fu infatti luogo di decisive battaglie durante le guerre puniche tra Fabio Massimo ed Annibale, che attraversò il Titerno sul ponte da poco restaurato.
luogo suggestivo, immerso nella natura incontaminata, dove l'azione erosiva dell'acqua per milioni di anni ha generato questa enorme, lunga e profonda forra. Presenti diversi esempi di "marmitte di giganti", talune con diametro anche superiore ai 12 m., eccezionali nelle loro forme ed uniche nell'italia meridionale. Suggestivi i resti del Ponte del Mulino, di epoca etrusca.
a circa 500 metri di altezza dalla valle e quasi a 200 metri al disotto della rocca del cigno, si trova la grande grotta solo parzialmente esplorata e ricca di stalattiti e stalagmiti.
Ultimo aggiornamento (Mercoledì 13 Luglio 2011 09:56)