MARZIO CARAFA

VII Duca di Maddaloni e X Conte di Cerreto

Fondatore della Città di Cerreto Sannita

 

Nato da Diomede V e Antonia Caracciolo, Marzio fu letterato e uomo d’arme, cavaliere del Toson d’oro (il più importante riconoscimento militare europeo costituito nel 1429 a Bruges da Filippo il Buono, duca di Borgogna, e destinato in origine a riunire trentuno cavalieri di rango e virtù eccezionali, come gli Argonauti, mitici cercatori del Vello d'Oro) e poi Grande di Spagna. Combatté nelle rivolte di Messina del 1674 e coltivò gli studi. Lo storico Dalio lo paragona al sole che fuga le tenebre, nella certezza che Cerreto risorgerà dalle sue rovine “sub principe tanto” e gli rivolge uno straordinario encomio, scrivendo di lui: “restituit iuri iustitiaeque locum”(riportò sul posto il diritto e la giustizia). Nel 1671 ricevette regalmente il viceré del Carpio nel suo casino alla “Starza” di Maddaloni, ove sul gran portone fu posta un’iscrizione di Matteo Egizio:

Amicis – et ne paucis pateat – etiam si fictis

(aperto per gli amici e, perché non lo sia per pochi, anche per quelli falsi)

 

  Sposò Emilia Carafa dei duchi d’Andria, bella e d’animo risoluto, che gli diede otto femmine- delle quali sette monache e una, Caterina, sposa del Principe di Colubrano – e tre maschi: Diomede, nato a Cerreto il 16 agosto 1675 e morto assai giovane, Carlo, suo successore, e Lelio, capitano delle guardie di Carlo di Borbone e gran protonotario del regno.

Dopo il terremoto che  il 5 giugno 1688 distrusse completamente Cerreto, “totius superioris status metropolis”, il Conte Marzio Carafa decise che bisognava imboccare una strada nuova rispetto alla solita ricostruzione del paese “come era e dove era”. Così chiamò un architetto, il "regio ingegnero" G.B.Manni, il quale studiò il problema, verificò le caratteristiche dei luoghi e progettò la nuova Cerreto che, spostata più a valle rispetto al sito originario, otto anni dopo il sisma era in gran parte realizzata con una scelta assolutamente diversa, meditata, rivoluzionaria per quei tempi.

 Scoppiata nel 1701 la congiura detta di Macchia, Marzio si pose al servizio del sovrano, uscendo in armi da Castelnuovo con molti signori di casa Carafa per reprimere la sedizione. Prese anche parte alla guerra di Milano del 1702. Fu molto lodato da Luigi XIV.

Morì il 6 luglio 1703.